
29 Nov GUIDA PRATICA PER FARE I COMPITI A CASA
GUIDA PRATICA PER FARE I COMPITI A CASA
PREMESSA
Di tanto in tanto torniamo a proporre degli approfondimenti su uno degli aspetti più importanti dell’apprendimento di qualsiasi disciplina : il compito a casa, grazie al quale i bambini elaborano ed interiorizzano i contenuti appresi a scuola.
Questo articolo, frutto dell’esperienza maturata da insegnanti e famiglie, vuole suggerire a puro titolo esemplificativo e non esaustivo possibili strategie per abituare i bambini a fare i compiti a casa.
INTRODUZIONE
Studi e ricerche autorevoli hanno definitivamente accertato che “l’individuo è frutto dell’ambiente in cui vive”, acquisendo abitudini, comportamenti e modi di pensare del contesto in cui vive. I bambini svilupperanno atteggiamenti e capacità che tenderanno ad imitare il comportamento adulto e se apparentemente questo non è evidente nell’immediato, lo sarà in futuro.
La partecipazione concreta ed emotiva dei genitori è fondamentale, per far passare il messaggio che “fare i compiti è importante”, in primo luogo per familiarizzare con i contenuti della disciplina, in secondo luogo perché è necessario aiutare ed abituare i bambini ad affrontare le difficoltà che inevitabilmente si incontrano nel percorso.
Costruire un’efficace strategia per svolgere i compiti a casa è quanto di più proficuo possiamo fare per loro, facendo capire il ruolo che svolgono nell’apprendimento, trasferendo il nostro sapere, le nostre idee, la nostra sensibilità e la nostra disponibilità a condividere il percorso, perché costruiscano una solida capacità di conoscere ed elaborare i contenuti.
FINALITA’
In qualsiasi materia fare i compiti è indispensabile per interiorizzare i contenuti appresi a scuola. L’abitudine a fare i compiti in età precoce è strategica per qualsiasi apprendimento futuro. Fare i compiti con metodo ovvero seguendo logiche e procedimenti graduali e progressivi ottimizza l’apprendimento.
SUGGERIMENTI
Premesso che ogni compito deve essere adeguato all’età del bambino, è utile affrontarlo con la serenità e la partecipazione che si rivolgerebbe ad un gioco, evitando di imporlo (“c’è il compito da fare” – atteggiamento adulto) :
1) mai dire al bambino “dai, andiamo a fare il compito”; è sufficiente che l’adulto si avvicini allo strumento e provi a farlo, dando il più prezioso esempio; questo atteggiamento porterà il bambino a comprendere che ciò che sta facendo è importante ed è facile che sia lui ad avvicinarsi spontaneamente; può essere di ulteriore aiuto chiedere al bambino “come si fa”; sicuramente, chiamato a giocare il ruolo dell’insegnante, sarà propenso a “farvi vedere” e quindi a fare lui il compito;
2) procedere per obbiettivi, raggiungibili, valorizzando ogni piccolo risultato positivo; questo motiva il bambino e lo aiuta a costruire l’autostima necessaria a sviluppare nel tempo l’autonomia nello studio; se necessario suddividere gli obbiettivi impostati (es. suonare una melodia) in sotto obbiettivi (es. suonare solo un frammento della melodia), con il solo fine di rendere il percorso più percorribile; questo modo di procedere costruisce una strategia del procedimento, un metodo, utile per qualsiasi apprendimento, anche in altre discipline;
3) il bambino non ama ripetere e la ripetizione rappresenta in musica l’esercizio necessario per fare pratica; le basi musicali permettono la ripetizione del contenuto da apprendere in un contesto di continuità del brano, “nascondendo” la noia della ripetizione;
4) è di fondamentale importanza che l’adulto comprenda, “dalla prospettiva del bambino”, il livello di comprensione ed apprendimento del contenuto; spesso il bambino non riesce nell’esecuzione di un brano solamente per questioni fisiche (ad esempio ha le mani ancora piccole per suonare correttamente), anche se, osservandolo, si intuisce che ha capito il procedimento; in tal caso si richiederà esclusivamente la ripetizione, senza pretesa di maggior prestazione e con l’insegnante si valuterà di passare ad altro contenuto;
5) la costanza premia : frazionare gli obbiettivi permette di frazionare il tempo; soprattutto nell’infanzia è necessario fare poco ma più spesso; pochi minuti, ripresi nel tempo, educano alla costanza e rendono più facile il compito;
6) avere gli strumenti a portata di mano, pronti all’uso, facilmente praticabili, nel luogo più vissuto della casa, è strategico;
7) pianificare l’attività a livello organizzativo, prevedendo in linea orientativa uno spazio di tempo proporzionato all’età dell’allievo, allo stato di riposo e affaticamento del soggetto, alla situazione di effettiva tranquillità circostante ed in genere alle esigenze familiari che permettano a noi adulti di partecipare, possibilmente in una fascia oraria prestabilita, favorevole e costante nel tempo; può sembrare a priori faticoso e forzato, ma abitua il bambino ad organizzare lo spazio temporale in modo ragionato; è anche sulle abitudini che i bambini costruiscono la consapevolezza dell’importanza di ciò che stanno facendo; al contrario ciò che si può fare non importa quando, non importa quanto, non importa in quali condizioni, coltiva una considerazione approssimativa dell’attività;
8) alcune materie, come i brani da cantare, possono essere ascoltati anche passivamente, mentre si fa qualcos’altro ma è l’ascolto ripetuto che aiuta il bambino ad interiorizzare il linguaggio;
9) chiedere sempre agli insegnanti l’aiuto specifico; i consigli generici vanno sicuramente interpretati alla luce del proprio contesto familiare e gli insegnanti possono aiutarvi con suggerimenti mirati.
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