LA COLLABORAZIONE CON I GENITORI E LA MISSIONE ORMAI IMPOSSIBILE DI EDUCARE I BAMBINI NELL’INFANZIA

LA COLLABORAZIONE CON I GENITORI E LA MISSIONE ORMAI IMPOSSIBILE DI EDUCARE I BAMBINI NELL’INFANZIA

Noi che ci occupiamo di educazione musicale per l’infanzia da ormai diversi anni, convinti dei benefici della musica, provati in prima persona, da noi stessi a suo tempo, ora supportati da numerosi ed accreditati studi (non lo diciamo solo noi – sarebbe di parte – lo dicono i ricercatori), ci troviamo ormai nella condizione di non poter più assolvere alla nostra missione.

A cominciare dal presunto concetto per il quale il bambino deve trovarsi “sempre a suo agio”, fin dalla prima lezione, nell’ambiente didattico in cui si trova, così da essere lui stesso ad orientare in modo spontaneo il proprio percorso di apprendimento.

Questo principio, che ha le sue radici in Maria Montessori e che, ad essere onesti, è condizione ideale per un apprendimento efficace (chi potrebbe dire il contrario), sta prendendo la deriva per la quale “agio” diventa sinonimo di “divertimento”, che va a braccetto con “immediato”, per conseguenza “facile”, educando gradualmente ad evitare tutto ciò che, soltanto perché minimamente più complesso, anche se alla portata del bambino, richiede “una attenzione in più”, magari il rispetto di una regola, che per essere praticata richiede un momento di attenzione.

Se poi aggiungiamo che spesso una nuova disciplina prevede la frequentazione di ambienti e persone “nuove”, che fanno uscire il bambino dalla propria “zona di sicurezza” (quella in cui si sente a suo agio perché la conosce) e motivo per il quale la presenza del genitore diventa fondamentale, si può chiaramente comprendere quanto sia fondamentale la collaborazione, l’alleanza, la complicità, l’intesa, la sinergia tra docenti e genitori, ciascuno con il proprio ruolo, la propria specifica preparazione e la propria esperienza.

Noi che con il metodo Yamaha utilizziamo contenuti e modalità di insegnamento specifici per le diverse età della crescita e che in tutta l’età prescolare coinvolgiamo a lezione i genitori, in senno al principio educativo per il quale la condivisione dei contenuti e delle esperienze da parte dei bambini con gli adulti di riferimento sia di straordinario valore educativo, chiediamo ai genitori questa fondamentale collaborazione, che ci consenta di guidare al meglio il percorso.

La stima, il rispetto dei ruoli e la perseveranza divengono allora la base per questa straordinaria relazione educativa, dove il docente metterà a disposizione dei genitori l’esperienza acquisita in anni di preparazione ed insegnamento, suggerendo determinati comportamenti ed atteggiamenti, in classe come a casa, ricevendo un riscontro da parte dei genitori, che andrà ad arricchire l’esperienza professionale e riproposta nel proseguimento dei percorsi.

I bambini sono istintivi : sono propensi a fare ciò che viene loro immediatamente e certamente rifiutano ciò che non comprendono. È allora compito del genitore svolgere il ruolo collodiano del “grillo parlante” ovvero rappresentare la coscienza del bambino, che per età ed esperienza “vede più lontano” e sa cosa sia bene o meno, incoraggiando il piccolo a sostenere il percorso, in primo luogo dandogli il proprio esempio : partecipando. Questo è ciò da cui più apprende il bambino : l’esempio del genitore.

Per conseguenza se “quella disciplina” (arte o sport che sia) è importante per il genitore lo sarà anche per il bambino e viceversa. In questo senso, il moderno e davvero superficiale concetto di “provare” lascia il tempo che trova e certamente non potrà mai portare a nulla di più approfondito.

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